lunedì 13 febbraio 2012

Corso on line sulla gestione della coppia in via di separazione

Lo studio di psicologia e mediazione familiare presenta il corso on line sulla Gestione della coppia in via di separazione per tutti i professionisti che ruotano intorno all'universo che mette in relazione al coppia con l'evento di vita "separazione". Il programma del corso è il seguente:





     -         La comunicazione
-         La formazione della coppia
-         Struttura della coppia e ciclo vitale
-         Il conflitto: dinamiche e strategie di intervento
-         L’esito del conflitto e della separazione sui figli
-         Modalità e strategie di negoziazione
-         Mediazione e strategie di gestione
-         Il contratto con la coppia separata

Il corso è tenuto dalla dott.ssa Elvira Orrico, della durata di dieci settimane al costo di 150€. Al
termine del corso è previsto un esame finale con la consegna di un attestato di partecipazione.
Per qualsiasi informazione potete mandare una mail a: elviradoc@libero.it o telefonare al
3490581247

mercoledì 8 febbraio 2012

Quando mangiare diventa un problema: l’anoressia nervosa.

Sono una psicologa che dall’inizio della sua professione mi sono sempre occupata di disturbi alimentari, o meglio sono i disturbi alimentari che mi hanno sempre “trovata”. Partito da interesse personale, è diventata voglia di aiutare in modo sempre più professionale dopo l’incontro con una biologa nutrizionista che condivideva il mio modo di approcciarmi al problema. È iniziata così una collaborazione che come dicevo prima è stata aiutata dal fatto che erano i disturbi alimentari a trovare noi. La gran parte delle persone che si rivolgevano e si rivolgono a noi rivelano un cattivo approccio all’alimentazione, molte un disturbo alimentare. 

Ecco la necessità di spiegare uno dei disturbi alimentari più diffusi, ed ecco la mia necessità di non spiegare solo ed esclusivamente cosa sia l’anoressia nervosa, ma di leggerla anche attraverso le parole di Veggie, ragazza che vive il suo ritorno alla vita comunicando attraverso un blog i suoi sentire. 

Un giorno mi sono guardata allo specchio e non ho visto quel che avrei voluto vedere. Il riflesso che mi rimandava non era quello che avrei voluto che fosse. Non mi piaceva. Non volevo essere quella me stessa. Volevo essere un’altra me stessa. Non mi piaceva quel riflesso. Mi faceva schifo. Se avessi potuto, avrei sputato su quel riflesso prima di rompere lo specchio e urlare, tanto mi detestavo …. Così ho iniziato. Senza neanche rendermene conto, senza sapere quello che stavo facendo, sono scivolata nella spirale discendente dell’anoressia. L’ho fatto coscientemente, lucidamente, pur non potendo ovviamente in quel momento prevedere quali ne sarebbero state le conseguenze. Ho deciso di cambiare. Ho deciso di dimagrire. Ho deciso di restringere. Ho deciso di controllare. Ho deciso di essere forte. Ho deciso di diventare migliore. E tutto è cominciato. 

È così si entra nell’anoressia, così l’anoressia ha tentato Veggie, così l’anoressia tenta tantissime ragazze di ogni età e genere. Così, con questo cambiamento di visione, che in psicologia chiamiamo dismorfismo corporeo, che l’anoressia inizia a prendere “corpo” delle ragazze che guardandosi allo specchio non si vedono più adeguate, ma brutte e deformate. Ma cerchiamo di comprendere meglio come l’anoressia si configura e come colpisce. 

Il termine anoressia deriva dal greco ανορεξία che indica l’assenza di desiderio, in questo caso del cibo, ma il termine anoressia ben si adatta solo ed esclusivamente alla configurazione visiva della patologia in quanto l’aspetto del corpo delle ragazze che ne soffrono risulta in breve tempo sempre più magro fino ad arrivare alla denutrizione e a volte alla morte (una persona viene definita anoressica quando il totale del suo peso corporeo scende sotto l’85% del peso previsto riguardo all’età. Il sesso e l’altezza), mentre la loro fame, per niente scomparsa ma invece molto presente, diventa il nemico che devono combattere, il demone tentatore che mettono a tacere cos’ da acquisire sempre più potere sul proprio corpo e la propria mente. È qui che avviene il primo “lavoro” dell’anoressica, ovvero alterazione del riconoscimento del proprio corpo degli stimoli di fame e sazietà, perché è lo stimolo della fame che deve DEVE scomparire. Si comincia così ad eliminare innanzitutto tutti i cibi ipercalorici, a cominciare a prendere sempre più in considerazione le bevande gassate, il bere molta acqua (tutto questo per mantenere lo stomaco ben pieno) e riducendo man mano l’apporto di cibo. Iniziano a fare tutto a piedi per aumentare così i cibi bruciati ed evitare così ogni tipo di assimilazione di eventuali grassi. 

Questo è sicuramente l’aspetto visivo, che sia all’occhio del professionista che si occupa di nutrizione sia a chi vive quotidianamente con la persona affetta da anoressia, diventa immediatamente visibile. Ma l’anoressia non è solo voglia di dimagrire e rifiuto del cibo, ma è prima di tutto un disagio psicologico ed emotivo che prende sempre più piede nella vita di chi ne soffre, un mondo in cui rifugiarsi per difendersi da chi o cosa più fa star male. Sia nella mia esperienza professionale, che dagli studi precedentemente condotti da altri psicologi, si possono rilevare una serie di aspetti di personalità sempre presenti in chi soffre di anoressia. 

La persona anoressica non ha un adeguato livello di autostima, visti i rinforzi negativi che in quel periodo sempre più si sente riversare addosso la persona inizia a sentirsi inadeguata, impotente e incapace di gestire la sua vita. La bassa autostima porta poi ad un riconoscimento di un mancato raggiungimento di determinati obiettivi della vita, ecco perché la persona anoressica cercherà poi in tutti i modi di controllare tutto della sua patologia. Cosa mangiare, quando e quanto mangiare, quanto dimagrire e in quanto tempo. Acquista così man mano una sorta di potere sul suo corpo attraverso la sua mente. Infatti, in tutte le persone affette da anoressia si riconosce come una sorta di scissione tra mente e corpo. Si inizia a rinunciare al cibo, al vederlo sempre più al di fuori per arrivare a rinunciare al proprio corpo a vederlo dal di fuori solo ed esclusivamente come uno strumento (Nei primi tempi era stato più difficile tenere a freno l’appetito, soprattutto di fronte a un piatto ricolmo di cose gustose, ma poi il periodo critico è passato. Basta con l’acquolina in bocca e la fame, tutto passato: non stavo mai tanto bene come quando rinunciavo a mangiare qualcosa, come quando riuscivo a seguire la mia dieta. Che sollievo sarebbe stato rinunciare, assieme al cibo, anche a me stessa! ... La fame ha iniziato a non cogliermi più di sorpresa, in luoghi poco adatti o momenti inopportuni. Ho iniziato a dominarla. E la cosa mi dava un gran senso di potere, una soddisfazione analoga al benessere. Dopo aver resistito alle lusinghe del cibo mi sentivo come liberata, leggera. Al punto da pensare che ero forte, che ero brava, che riuscivo a fare qualcosa che ben pochi sarebbero stati in grado. Potere e controllo ). Ma il potere dell’anoressia non è solo personale, ovvero non viene esercitata solo sul suo corpo, ma anche e soprattutto nelle persone che la circondano. La famiglia di origine della ragazza affetta da anoressia inizia a vivere in una sorta di atmosfera “regolata” dal senso di colpa per ciò che la propria figlia sta vivendo e l’atmosfera stessa viene poi di conseguenza “regolata” dall’anoressica stessa che si ritrova ad avere tutta la sua famiglia sotto scacco, ora può prevedere ciò che prima le sfuggiva. E così l’anoressia si ciba della persona, così l’anoressia non ti permette di ragionare, di riappropriarti di te. Così l’anoressica porta con sé anche un vissuto di depressione, perché i cambiamenti del proprio corpo va di pari passo con il proprio umore, e da amica e vicina che sembra tirarti fuori dalla sofferenza vissuta precedentemente, l’anoressia inizia a diventare la peggior nemica da cui difficilmente ci si libera. Si entra in una sorta di circolo vizioso da cui si cerca con sofferenza di uscire. Il DSM-IV ( manuale diagnostico e statistico dei disturbi psichici) ci aiuta a schematizzare bene l’essenza dell’anoressia nervosa:

                 


Ecco perché la percentuale di morte per anoressia nervosa è molto alta, circa il 15% delle persone affette muoiono per denutrizione, insufficienza cardiaca e renale o per le varie infezioni che possono insorgere a causa della denutrizione. Ma abbiamo l’85% delle persone affette da anoressia riesce a farcela e di quell’85% fa parte Veggie. E con le sue parole volevo lasciarvi a riflettere, sia per chi lo vive in prima persona sia per i familiari, ma anche e soprattutto a chi si avvicina alla lettura di questo articolo con la sana curiosità di scoprire i vari aspetti del nostro mondo interiore, per comprendere che dall’abisso in cui può cadere la nostra mente si può uscire! 

E poi mi sono accorta che mi ero fregata da sola. Che l’anoressia non mi avrebbe mai portato tutto quello che prometteva. Anzi, al contrario, avrei dovuto sopportare una vita fatta solo di compromessi … Aveva rubato me stessa, aveva cancellato quello che ero e quello che avrei potuto essere. Aveva portato via la parte migliore di me, le cose che amavo. Perciò mi era rimasta solo una grande stanchezza, una solitudine senza confini, giorni fatti di ossessione e di vuoto … volevo ancora sperare. Perché volevo ritornare …
L’anoressia è una prigione che non ha odore, che non ha sbarre, che non ha mura: una prigione per la mente … Certo, è una cosa da cui sono passata, e niente potrà cancellarla. Ma la porterò nel doppio fondo dell’anima per sempre, come una contrabbandiera dell’orrore. Sorella morte. Ma la mia vita è ancora nelle mie mani, perciò sta a me decidere cosa farne … E adesso ho deciso di provare a non sprecarla. 


Vivere è possibile. Sta solo a voi scegliere di farlo – e come farlo. Io ho fatto la mia scelta. Spero che sia anche la vostra. 



P.s.: grazie Veggie per avermi donato in questo articolo il tuo sentire, nella speranza di essere di aiuto a chi sta attraversando la strada faticosa dell’uscita dall’anoressia nervosa (anoressiabulimiaafterdark.blogspot.com).