venerdì 25 maggio 2012

- Mamma, papà vengo a dormire da voi! -.




Quando in una coppia nasce un bambino sono tanti gli interrogativi che si affollano nelle loro teste, uno dei tanti riguarda il fatto di permettere o meno al bambino di dormire nel lettone con mamma e papà. Mentre fino a pochi anni fa anche nella psicologia, oltre che nella rete sociale che circonda la famiglia, il dormire con i propri genitori nei primi anni di vita veniva fortemente condannato oggi anche la psicologia ha sdoganato il co-sleeping. 

Proviamo a capire da vicino di cosa si tratta. Possiamo parlare di cosleeping in tutti i casi in cui un figlio dorme in maniera ripetuta e costante nel letto o con tutte e due i genitori o solamente con la mamma. Il termine intende l’abitudine di condividere lo stesso letto a partire dalla primissima infanzia fino, nei casi più patologici, all’età prepuberale. E’ importante distinguere il cosleeping dal room-sharing pratica che vede l’inserimento del bambino nella stanza dei genitori, ma non la condivisione fisica del lettone. Il dormire nel lettone di papà e mamma può avere diverse origini e può essere vissuto con diverse modalità, c’è il bimbo che dorme tutta la notte nel letto dei genitori mentre possiamo trovare il bimbo che vi trascorrerà solo qualche ora. 

Una ricerca condotta dalla Stony Brook University di New York ha dimostrato che il co-sleeping non ha alcuna conseguenza psicologica sul bambino: il fatto di dormire nel lettone con mamma e papà, e sentirsi coccolato dalle loro carezze e dal loro odore, non inciderebbe affatto sullo sviluppo psicologico e relazionale del piccolo, contrariamente alle teorie elaborate negli ultimi anni. Lo studio ha tenuto in osservazione quasi mille coppie che erano solite praticare il bed-sharing con i propri figli, dimostrando che i bambini non accusavano alcun disagio in nessun aspetto della loro vita. Inoltre, lo sviluppo cognitivo non aveva subìto nessun’alterazione e, a livello sociale, relazionale e comportamentale, erano alla stregua dei loro compagni che erano soliti invece dormire da soli nel proprio lettino. Inoltre, il co-sleeping faciliterebbe l’instaurarsi dell’armonia tra madre e figlio e favorirebbe la produzione di latte. 

Questo studio ha sostanzialmente rilevato che non esistono effetti collaterali all’attuazione di tale pratica. 

Anche la psicoterapeuta inglese Margot Sunderland, nel 2008, nel suo saggio The Science of Parenting: Practical Guidance on Sleep, Crying, Play, and Building Emotional Well-Being for Life, consiglia ai genitori di consentire tranquillamente ai bambini di dormire nel lettone almeno sino ai cinque anni. Assicura, che questa abitudine accresca le probabilità che tali bambini diventino degli adulti sereni, sani ed emotivamente equilibrati. Inoltre dichiara che abituare i bambini a dormire da soli già a poche settimane di vita è dannoso, perché la separazione dai genitori aumenta la produzione degli ormoni dello stress nei bambini. 

Certo il co-sleeping creerà un legame più forte con i due neo-genitori, ma non dimentichiamoci che nei primi mesi di vita il bambino può essere maggiormente vittima di Sindrome di morte improvvisa, teniamo da conto che lo studio è stato condotto su famiglia che avevano un bambino di circa un anno. 

Da psicologa mi viene spontaneo sottolineare un aspetto della relazione genitori-bambino, l’andare a dormire per il bambino rappresenta una situazione di separazione, ecco perché il più delle volte diventa un momento della giornata da dimenticare per i genitori a causa delle continue lotte per addormentarsi. Il co-sleeping potrebbe sembrare la soluzione più veloce e sicura, ma consideriamo che creare un buon livello di attaccamento con il proprio bambino, un attaccamento sicuro, e il sonno non viene vissuto come un atto separativo, ma un modo naturale del proprio vivere, se viene rassicurato anche dall’ambiente che lo circonda, il bambino inizialmente farà i capricci ma presto supererà questa fase. 

Quindi è giusto o no dormire con il bambino? Una cosa è certa, l’importante è instaurare un equilibrio e una serena tangibile in famiglia per il bambino, aldilà del luogo in cui si dorme. Il resto viene e verrà da solo; valutare se è il caso di dormire col proprio bambino o preferire un’intimità col proprio partner è a discrezione solo ed esclusivamente dei genitori, perché non è il luogo in cui si dorme a decidere come educare un bambino ma l’insieme di regole, dei comportamenti e delle abitudini che gli verranno insegnante nel corso della vita. 

Se lo ritenente giusto, dividete il lettone con il vostro bambino oppure fatelo dormire nel proprio letto, nella propria stanza, ma non dimenticate mai di ascoltare il vostro istinto, è l’unico che non sbaglia mai.