martedì 22 novembre 2016

Lo scambismo: cosa è e che dinamiche mette in gioco nella coppia



Il sesso non ha regole né limiti se non il completo accordo di tutte le parti in gioco. Parti che non è detto siano sempre due...

Lo scambismo, in inglese swinging è il termine che identifica un insieme di comportamenti sessuali in cui si assiste all’attenuazione più o meno forte di quella che è di solito considerata la monogamia della coppia. Lo scambio di coppia è una delle fantasie erotiche in entrambi i sessi dopo il farlo all’aperto, pensiamo che in almeno due milioni di italiani - secondo le stime - arriva alla messa in pratica. A cavallo tra voyerismo ed esibizionismo, lo scambismo prevede che due partner si concedano a fare cambio con un’altra coppia, consumando rapporti sessuali sotto gli occhi l’uno dell’altro.

In particolare gli scambisti combinano incontri coppia-coppia, coppia-maschio o coppia-femmina al di fuori delle loro proprie consuete relazioni, ciò spesso viene fatto per ravvivare un rapporto ormai spento o annoiato e per provare l’ebbrezza della trasgressione condividendola con la/il proprio compagna/o.

Quando si pratica lo scambismo quindi nella coppia non esiste il tradizionale concetto di tradimento, perché si fa sesso con altri consensualmente e senza nascondersi dal partner. Lo scambio di coppia possiamo quindi definirlo come una sorta di tradimento consapevole e concordato volontariamente da entrambi, senza gelosia o rancore, che altrimenti rovinerebbero la relazione sentimentale.

Il fenomeno, proprio per la sua portata, è fatto oggetto di numerose ricerche e profilazioni. In particolare possiamo affermare che chi fa scambio di coppia ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, quindi giovani adulti o persone mature, solo raramente giovanissimi.

Altre caratteristiche della/o scambista tipico sono: appartiene a una classe sociale medio-alta; spesso è un/a professionista; buon livello di istruzione; buona posizione economica.


Gli scambisti si incontrano prevalentemente all’aperto, nei parcheggi, vicino ai cimiteri e in zone poco frequentate, isolate, anche se in Italia, ci sono centinaia di luoghi deputati al “cruising”, ovvero alla ricerca di altre coppie. Inutile dire che Internet gioca un ruolo fondamentale, in qualità di strumento capace di favorire l’incontro e l’aggregazione di persone disposte allo scambio e alla ricerca di “compagni di gioco”. Si contano attualmente circa 80mila portali di annunci erotici per adulti, siti in cui lo scambismo è quasi sempre una delle sezioni più visitate e popolate.

Ma anche il tradizionale scambio di coppia oggi si trova a vivere una sorta di piccolo mutamento tale fenomeno viene chiamato Car Parking Sex, nuova frontiera dello scambio di coppia che si svolge nei parcheggi e nelle macchine. Sono circa 1400 le aree in Italia dove le coppie scambiste si incontrano, in un via vai di auto che procedono lentamente in una sorta di rituale comune ben scandito: giochi di fari, segnali di riconoscimento e poi gli scambi veri e propri. Donne e uomini scendono da una macchina per salire a bordo di un’altra e praticare sesso. Dal punto di vista psicologico della coppia alcuni sostengono che lo scambismo sia benefico per la coppia in quanto,oltre a ravvivare il rapporto, consentirebbe di vivere una certa dose di trasgressione capace di migliorare anche il sesso “tradizionale”.

Se questo per alcuni può essere vero, bisogna però sottolineare che tale pratica non è esente da rischi e controindicazioni:

-Essendo una pratica legata alla sfera sessuale e coinvolgendo perfetti sconosciuti, il pericolo più immediato è quello di finire vittime di furti o rapine e di incorrere nel rischio di malattie a trasmissione sessuale dovute alla promiscuità elevata;

-Un altro rischio è quello di diventare dipendenti da quello che può nascere come un gioco, ma diventare una vera e propria droga, senza la quale non si è più in grado di provare piacere o desiderio sessuale nei confronti della/del partner;

-Se la gelosia fa parte del vostro rapporto lo scambismo non fa per voi. Vedere o immaginare il proprio partner impegnato in evoluzioni sessuali con un’altra persona potrebbe scatenare reazioni inconsulte e rovinare in maniera rilevante l’affinità di coppia;

-E’ possibile inoltre che questa esperienza convinca e soddisfi solo uno dei due partner e lasci sconcertato e disgustato l’altro. In questo caso potrebbero nascere problemi peggiori di quelli legati a una vita sessuale monotona.

Se scegliete di praticare scambio di coppia anche solo per provare una nuova esperienza nel vostro rapporto tenete in conto di tutto questo e che come qualsiasi altra pratica legata alla parafilia può diventare una dipendenza ma di questo ne parleremo la prossima settimana!

venerdì 19 agosto 2016

il cybersesso...cos'è?

Il sesso e la sessualità sono tra gli aspetti della vita quotidiana che, a seguito della diffusione di Internet, stanno subendo i cambiamenti più radicali. Il sesso è l’ambito più frequentemente ricercato in rete e il cybersesso una delle attività più comuni. La maggior parte degli internauti lo utilizza a scopo ricreativo, ma per una porzione significativa di essi, sembra essere l’espressione di un disturbo da dipendenza sessuale, che attraverso Internet trova un nuovo sfogo e una rapida progressione – spesso con la conseguente alterazione dei pattern di eccitazione. Una serie di ricerche stima che da 80.000 a 100.000 persone praticano oggi, in Italia, attività sessuali tecnomediate – sesso online, cybersesso, sesso virtuale, come modalità esclusiva di esperienza sessuale.
Il sesso tramite la rete è largamente e immediatamente accessibile, economico – se non gratuito, disponibile nella privacy della propria casa, consumato nell’anonimato e senza il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. L’interattività contribuisce a creare un’apparente relazione, a fantasticare su un oggetto erotico, un partner virtuale, sia che questo si trovi in chat, sia che si tratti di un/a giovane davanti a una webcam, sia che si tratti, ancora, di un vero e proprio sito a luci rosse che consente di sentirsi, comunque, non del tutto passivi rispetto all’esperienza.
Nonostante la maggior parte dei dipendenti cybersessuali dichiari di non avere gravi danni nella propria vita, le conseguenze negative dei comportamenti sessuali online vissuti in maniera dipendente si ritrovano, solitamente, all’interno della relazione di coppia e/o con i figli: il tempo reale speso in attività sessuali con il partner è, infatti, normalmente diminuito; il desiderio sessuale verso il partner talvolta esaurito; e, in generale, un’enorme quantità di tempo viene sottratta ad ambiti precedentemente considerati importanti quali lavoro, partner e famiglia.
Secondo dati emersi di recente, questa dipendenza riguarda in Italia prevalentemente i maschi eterosessuali, dai 33 ai 55 anni, sposati nel 60% dei casi e separati nel 13%, capaci di passare da 11 a 35 ore settimanali davanti al computer, spesso in orario lavorativo. Per capire come si è arrivati alla diffusione di questo fenomeno bisogna ripercorrere, brevemente, come l’incremento esponenziale dell’uso di internet abbia modificato la pornografia e la prostituzione.  Il settore hard, da evento pubblico nei cinema a luci rosse, è diventato gradualmente un fenomeno privato con l’avvento del vhs, del dvd e infine di internet.
In Italia ci sono 35.000 siti pornografici per adulti; il 72% dei “porn users” è uomo ed il 28% donne.


Siti come youporn rappresentano l’evoluzione della filosofia dei pornoconsumatori, che  producono e condividono gratuitamente le proprie prestazioni sessuali.
L’anonimato del web consente di osare, mostrandosi come più prestanti e più sicuri di ciò che si è; l’uso seduttivo e narcisistico del corpo porta a una facile soddisfazione dell’autostima, all’esercizio di una libertà e di un controllo maggiore di quello che è possibile esercitare nella vita reale;  il piacere, vissuto in modo così dissociato e onnipotente, esime da qualsiasi conseguenza sul piano sociale e relazionale.
Ma quali sono i sintomi di una persona dipendente da sesso virtuale?
·             Navigazione prolungata alla ricerca di materiale pornografico o contatti sessuali;
·             Aspettative di gratificazione sessuale legate alle connessioni successive;
·             Masturbazione compulsiva prolungata di fronte alle immagini erotiche;
·             Eiaculazione finale (uomini) / orgasmo (donne) vissuto come scarica liberatoria. Spesso è l’unica possibilità per interrompere la connessione;
·             Senso di vergogna e senso di colpa;
·             Calo del desiderio sessuale verso il partner, calo del desiderio per il sesso reale;
·             Disfunzione erettile
·             La componente emotivo-affettiva della sessualità si riduce, o viene eliminata;
·             Ansia, nervosismo, agitazione, sbalzi d’umore quando non si riesce ad accedere ad internet per scopi sessuali;
·             Tentativi fallimentari di controllare, limitare e sospendere l’utilizzo della pornografica  o del sesso virtuale;
·             Continuare con il consumo di materiale pornografico e sesso virtuale, nonostante le serie conseguenze a livello familiare, sociale, lavorativo ed economico.


Spesso si tendono a sottovalutare le dipendenze virtuali, che invece creano effetti disastrosi sul sistema psichico e nella vita sociale della persona dipendente. Attraverso un percorso di tipo terapeutico è possibile scardinare i meccanismi compulsivi che stanno alla base dei comportamenti di dipendenza, per riappropriarsi della propria vita sociale e relazionale e liberarsi dalla dipendenza.

mercoledì 10 agosto 2016

Come funziona l'orgasmo

I primi studiosi che hanno compiuto uno studio sistematico sulla fisiologia della risposta sessuale sono stati Williams H. Masters (ginecologo) e Virginia E. Johnson (psicologa) nella Washington University School of Medicine a partire dal 1954. Le loro ricerche hanno aperto l’orizzonte anche verso la classificazione precisa dei disturbi della sessualità.
Con una sperimentazione su migliaia di soggetti sani e con disfunzioni, singoli e in coppia, i due ricercatori americani hanno potuto definire le fasi della risposta sessuale .
Il desiderio sessuale è una fase fondamentale nel rapporto. Perché questa fase sia attiva, il cervello deve produrre in quantità un neurotrasmettitore, la dopamina , che sollecita il desiderio e si deve rallentare la produzione della sostanza che lo inibisce: la serotonina . Occorre per questo uscire dall’anestesia emotiva, tanto che si ha anche una riduzione della produzione di endorfine da parte dell’ipotalamo. Contemporaneamente aumenta la produzione di una molecola che regola il sistema ormonale riproduttivo: il GnRH . Perché tutto ciò si svolga adeguatamente è necessario che il cervello emozionale, chiamato sistema limbico, abbia dato il “via libera” di fronte ad un’emozione con connotazione erotica .
L'insieme dei fenomeni fisici e psichici che avvengono nel corpo umano in seguito ad uno stimolo erotico viene definito "ciclo di risposta sessuale" e comprende 4 fasi:
·             eccitamento
·             plateau
·             orgasmo
·             risoluzione


Naturalmente l'intensità e la durata di queste fasi varia molto da un soggetto all'altro, perché esiste un'importante componente psicologica che accompagna, stimola o addirittura deprime e inibisce una buona risposta sessuale, soprattutto nella fase dell'orgasmo. Oggi si pensa che la proporzione ottimale fra mente e corpo sia del 50%, perciò è importante sapersi abbandonare all'istinto e alle sensazioni, imparare a rilassarsi, diminuendo il livello di ansia e le inibizioni. Questo buon approccio psicologico permette il realizzarsi della fisicità del rapporto a partire dalla prima fase cioè l'eccitamento , costituito da una serie di stimoli erotici sia fisici (carezze, stimolazione genitale) sia sensoriali (odore della pelle e delle secrezioni, fantasie erotiche). Se la tensione sessuale persiste si raggiunge la fase statica: il plateau costituito dal perdurare dell'eccitazione fisica fino al raggiungimento della terza fase che è l'orgasmo, la cui intensità è condizionata sia dall'efficacia degli stimoli precedenti, sia dalle motivazioni e dalla disponibilità psicologica del soggetto. L'orgasmo si manifesta con un acme di piacere intenso e involontario nel quale si riversano tensioni fisico-psichiche del soggetto avvertite nella donna a livello di vagina, clitoride ed utero e nell'uomo a livello di pene, prostata e vescichette seminali. Nel maschio questa fase è sempre molto intensa e stabile, mentre nella donna è più variabile e si possono avere schemi di risposta diversi : in uno l'orgasmo si manifesta come un acme evidente sulla fase di plateau, talvolta invece l'acme è molto debole e con caratteristica ondulatoria, altre volte viene raggiunto per mezzo di un rapido e progressivo incremento della tensione sessuale. La fase di risoluzione vede una progressiva diminuzione della tensione sessuale che si manifesta con profonde differenze fra i due sessi. Nell'uomo si ha un fisiologico "periodo refrattario" la cui durata è estremamente soggettiva e variabile: in genere è più breve nei giovani. Tale periodo è caratterizzato da una fase di detumescenza rapida con condizioni inferiori alla norma d'eccitabilità. La donna, quando si trova in questa fase, se riceve un'adeguata stimolazione, può ricominciare il ciclo e avere successivi orgasmi distinti fra loro provando ondate di piacere nel corso dello stesso rapporto sessuale.
La ripartizione in quattro fasi a cui, solo negli ultimi trent’anni, e' stata aggiunta una quinta fase: la SODDISFAZIONE (aspetto fondamentale dell’atto amoroso), e' un espediente didattico utile alla semplificazione ed alla descrizione dei fenomeni che si verificano in ogni fase. In realtà il ciclo della risposta sessuale è un processo continuo e riunito in un tutto omogeneo. Tutte le fasi, in particolare le fasi I e II, hanno durata variabile da persona a persona e non hanno qualità specifiche e costanti, neppure per la stessa persona nei suoi diversi rapporti sessuali.


Per un’adeguata comprensione dei differenti cicli di risposta sessuale, bisogna tenere presente che l’energia sessuale interessa tutto l’organismo, anche se i suoi fenomeni risultano più vistosi nelle zone erogene. La tensione sessuale tende a produrre principalmente due eventi fisiologici generalizzati:
• una diffusa vasodilatazione e congestione, sia superficiale che profonda
• un aumento generalizzato della tensione muscolare.




                                      
Ma vediamo da più vicino le differenze tra donna e uomo in questo percorso verso il piacere.
Fase eccitamento:
UOMO
Erezione del pene
Ingrossamento della pelle dello scroto
Ingrossamento dei testicoli
Eventuale erezione dei capezzoli
Aumento del battito cardiaco

DONNA
Lubrificazione vaginale
Erezione del glande e del clitoride
Ingrossamento e separazione delle grandi e piccole labbra
Innalzamento dell’utero
Modificazioni delle pareti vaginali
Ingrossamento del seno
Erezione dei capezzoli
Aumento del battito cardiaco

Fase di plateau:
UOMO
Il pene si dilata per l’afflusso di sangue fino ai suoi massimi livelli assumendo un colore rosso più scuro
I testicoli si innalzano e aderiscono al perineo

DONNA
La terza parte più esterna della parete vaginale si ingrossa
L’utero si ingrossa
Il corpo del clitoride si rimpiccolisce e il glande si alza

Fase dell’orgasmo:
UOMO
Chiusura dello sfintere della vescica urinaria
Contrazioni ritmiche dei condotti seminali, dell’uretra e della prostata che portano all’eiaculazione di sperma ad intervalli regolari

 DONNA
Aumento di tensione
Contrazioni della terza parte esterna della vagina
Contrazioni della muscolatura perineale
Contrazioni dell’utero

Fase della risoluzione:
UOMO
periodo di assenza di risposte a stimoli sessuali cioè, dopo l’orgasmo, il maschio è insensibile a qualsiasi tipo di stimolazione
DONNA
Anche alcune donne vivono questa fase refrattaria dopo l’orgasmo, anche se, per la maggior parte di loro è possibile ritornare alla fase del plateau sessuale in un tempo brevissimo e, se adeguatamente stimolata, può raggiungere subito un altro orgasmo


Impariamo a conoscerci e a conoscere meglio l’altro per godere di tutte le sfaccettature che può offrirci un rapporto.

giovedì 28 luglio 2016

Primo colloquio gratuito!


Lo studio di psicologia e mediazione familiare offre fino al 30 settembre l'opportunità di usufruire di un primo colloquio gratuito, telefona e prenota





sabato 2 aprile 2016

Il vaginismo: aspetti psicologici


Il vaginismo è un disturbo sessuale che consiste in una contrazione riflessa e involontaria dei muscoli del perineo, della vulva, dell'orifizio vaginale così marcata da rendere dolorosa la penetrazione, o anche da impedirla.
La contrazione si verifica non solo al momento del rapporto sessuale, ma per qualunque tipo di penetrazione, petting, visita ginecologica, uso di tamponi interni, lavanda o candelette vaginali. Chi è affetta da vaginismo, in questa circostanza, prova un dolore intenso, anche se la contrazione è dovuta a muscolatura striata, e quindi volontaria, ma non può impedirla. La paziente arriva dal ginecologo confusa e in preda a un forte senso di frustrazione. Di fronte a un problema di rapporti sessuali dolorosi o impossibili l' ipotesi più probabile è che si tratti di una causa psicogena. Tuttavia è importante prima di effettuare una diagnosi di vaginismo, escludere altre cause di tipo anatomico e mediche quali: malformazioni del canale vaginale, setti, imene spesso e fibroso, forme infiammatorie acute e croniche, infettive e anche allergiche.
Una volta scartate le cause di ordine anatomico e medico, è opportuno dunque ipotizzare che con tutta probabilità le ragioni, che hanno determinato il problema, sono di tipo psicologico.
Le donne che hanno un vaginismo di tipo psicologico, solitamente hanno alle spalle lunghi anni di matrimonio o di fidanzamento non consumato. Risolvere in coppia non è facile ed è raro la remissione spontanea della patologia.
Le donne vaginismiche hanno una rappresentazione dei propri genitali molto diversa dal loro aspetto somatico. La vagina è sempre rappresentata come molto piccola e impenetrabile.
La donna vaginismica ha paura di perdere il controllo della situazione, spesso ostentano un atteggiamento mascolino e hanno successo nel lavoro.
Spesso si rivolgono ad uno psicologo o un sessuologo perché desiderano avere un figlio, ma non perché si ha un problema e si vuole risolvere.
Il dolore solitamente deriva dai tentativi di penetrazione nonostante la donna lo desideri. Non ha mai usato assorbenti interni, ha una scarsa conoscenza del proprio corpo e della sessualità, non ha mai effettuato una visita ginecologica interna.
Criteri diagnostici secondo il DSM-IV per il vaginismo: Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina che interferisce con il rapporto sessuale. L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali e non è attribuibile ad una condizione medica generale.
Può essere primario o secondario, generalizzato o situazionale, dovuto a fattori psicologici o a fattori combinati, ad esempio, organici e psicologici insieme.
  • Vaginismo primario: il disturbo esiste da sempre
  • Vaginismo secondario: il disturbo è comparso dopo un periodo di attività sessuale normale
  • Vaginismo generalizzato: la difficoltà compare in tutte le situazioni e con diversi partner e occasioni
  • Vaginismo situazionale: il disturbo viene espresso solo in alcune situazioni mentre in altre la sessualità viene vissuta normalmente o più serenamente.
Solitamente il vaginismo primario non permette alcun tipo di penetrazione, mentre quello situazionale è presente solo in alcuni tipi di penetrazione come ad esempio durante il rapporto sessuale completo ma non in altri tipi di penetrazione come l’inserimento di un dito o di un tampone vaginale.
Quando la causa è organica può essere dovuta ad un’infezione vaginale, all’endometriosi, a traumi fisici causati da interventi chirurgici. Dopo l’anorgasmia è il disturbo sessuale più diffuso. Le donne che soffrono di vaginismo non hanno spesso sufficienti informazioni anatomiche sulla propria vagina e la considerano sporca e brutta, qualcosa di ripugnante, il più delle volte non hanno mai guardato allo specchio i propri organi genitali e la descrivono come impenetrabile e molto piccola e stretta. In realtà la vagina è un organo molto elastico che si adatta facilmente alle misure del pene e la fobia della penetrazione rimane ingiustificata. Anche i racconti fatti dalle altre donne, soprattutto nel passato, descrivevano la prima volta come molto dolorosa, in realtà molto dipende dal compagno con il quale si fa l’amore, dai preliminari, dalla lubrificazione, dall’intimità e dalla complicità reciproca che si instaura all’interno del rapporto di coppia.




Le cause del vaginismo possono essere tante alcune di queste possono essere divise in:
  • Cause immediate
  • Incapacità di impegnarsi in un comportamento sessuale efficace, scarsa conoscenza del proprio corpo e del partner, della sessualità in genere (ignoranza sessuale).
  • Spectatoring: difese percettive sulle proprie sensazioni ed emozioni, immaginare di osservarsi dall’esterno durante l’attività sessuale
  • Difficoltà relazionali e di comunicazione
  • Ansia da prestazione
  • Compiacenza sessuale
  • Paura di provare dolore
  • Reazione secondaria alla dispareunia
  • Paura del giudizio del partner
  • Cattivo rapporto con il proprio corpo e la propria femminilità
Cause intrapsichiche
  • Conflitti inconsci relativi alla figura maschile e femminile
  • Educazione sessuale rigida
  • Traumi sessuali
  • Rifiuto del ruolo femminile contro la cultura sessuale maschile
  • Rapporto conflittuale con la figura paterna
  • Convinzioni religiose ortodosse
  • Personalità tendente all’ipercontrollo
Cause diadiche
  • Mancanza di fiducia
  • Lotte di potere
  • Rifiuto del partner
  • Scarsa attrazione
  • Incapacità del partner
  • Scarsa esperienza di entrambi
  • Difficoltà di comunicazione
  • Continui litigi
  • Sabotaggio sessuale

Se vi ritrovate uno di questi sintomi e avete escluso tutti i motivi medici di questa condizione non esitate a contattare una/o psicologa/o per risolvere il problema e vivere una vita sessuale piena e appagante.

mercoledì 23 marzo 2016

"Non ne ho voglia": se le scuse per non fare sesso le dicono gli uomini!


Luogo comune vuole che le mogli siano campionesse nell'inventare scuse per non fare sesso, preferendo alle attività sotto le lenzuola altre attività. Vuoi per la stanchezza, l'offerta televisiva, per la depilazione mancata sembra che il classico “no amore stasera ho mal di testa” sia stata soppiantata da un vero e proprio carnet di scuse articolate per distogliere l'attenzione del marito voglioso. Siamo diventate più fantasiose e inventive.
Ma succede anche questo: che chi non voglia fare sesso sia lui. Capita molto più spesso di quanto si possa credere, contrariamente all'idea diffusa che l'uomo sia un vulcano di erotismo, pronto in qualsiasi momento a lasciare che la carica di testosterone esploda nel botto impetuoso di una passione eruttiva.
Anche la virilità, infatti, può permettersi periodi di stasi e mettere in stand by la pratica dimostrativa delle virtù più mascoline e quando questo accade, quando è lei che sfiora sinuosa il piede del partner sotto le coperte non trovando risposte di alcun tipo, le scuse accampate dall'apatico compagno scricchiolano al suono sinistro della difficile scalata sugli specchi.
Un campione di duemila intervistati, preso in esame dal sito LloydsPharmacy Online Doctor, ha ammesso le scuse alle quali ricorre più spesso per non fare l'amore, che, spaziando dalla verosimiglianza all'assurdità, nascondono a volte qualche problema di disfunzione erettile che mai si ha il coraggio di affrontare per correre ai ripari ed evitare deprimenti teatrini menzogneri.
Il 60% degli interpellati tira fuori la stanchezza dovuta alla lunga e faticosa giornata lavorativa.
“Sono stanco”, “Ho avuto una pessima giornata…”: queste sono solo due delle scuse che i maschi utilizzano per sfuggire ad una notte di passione: se noi per anni abbiamo utilizzato alla grande la scusa “non ce la faccio, mi sta scoppiando la testa!”, adesso, gli uomini, ci rendono il favore propinandoci le classiche scuse come “sono stanchissimo, oggi ho lavorato troppo!”.
Quella della “stancante giornata lavorativa” è sicuramente in cima alla top ten delle scuse più frequenti per non fare sesso ma, scendendo di posizione, troviamo altre colorite scuse da aggiungere alla nostra lista come: “Stasera c’è la Champions League!”. Al suono di questa frase, ci rassegniamo, sapendo che è difficile separar il binomio “uomo-calcio” e attendiamo pazientemente la fine della partita, fino a che, subito dopo ci sentiamo dire la frase: “ Ora devo guardare i commenti alla partita. Non aspettarmi sveglia.”
Ma non dimentichiamoci che a volte i nostri uomini possono far uscire fuori il loro lato tenero prendendosi cura dei nostri amici a 4 zampe. “Mi dispiace tesoro…Ma devo portare Fido (il cane) a fare i suoi bisognini!”. Ecco. Questa è, forse, la scusa peggiore, se non la meno credibile. Non possiamo fare a meno di chiederci:“ Ma siamo sicure che il vero problema sia la stanchezza, il cane, la Champions League o l’ultima versione di PES, e che, dietro queste scuse decisamente poco credibili non ci sia un problema più grave?”.
Ma dobbiamo chiederci Perché accade? Perché anche loro non sono dei robot e non tutti i giorni sono uguali; talvolta preferiscono fare altro, altre non sono più coinvolti dalla compagna ma non sanno come dirglielo oppure semplicemente non si sentono al top della forma e preferiscono non rischiare una defaillance sessuale che gli causerebbe un notevole abbassamento di autostima. I ricercatori inglesi ci confermano anche che, per la maggior parte delle volte,dietro a queste scuse si nasconde un problema di disfunzione erettile. Non che questo possa in qualche modo farci sentire meglio ma almeno non siamo state mollate per un cane.

venerdì 15 gennaio 2016

Cosa sono le fantasie sessuali?

                                 




La nostra sessualità è mediata da un insieme complesso di fattori, tra i quali ritroviamo con un ruolo molto importante la fantasia sessuale. Ma che cos’è la fantasia sessuale e a cosa ci serve? Iniziamo a distinguere il tutto: avere una fantasia sessuale non significa desiderare necessariamente di mettere in atto quella situazione. Ovvero, tra fantasia e desiderio c’è una differenza sostanziale. La fantasia sessuale rappresenta “un film” eccitante, che è utile ad alimentare ed attivare il nostro desiderio sessuale e la nostra eccitazione sessuale. L’immaginario erotico infatti, attraverso le fantasie sessuali, costituisce la nostra capacità di autoerotizzarci mentalmente. Quando immaginiamo una fantasia la nostra mente vive quell’immagine erotica “come se” la stessimo vivendo realmente, facendo sì che aumenti rapidamente in noi il desiderio sessuale e la conseguente eccitazione, con tutti i risvolti fisiologici ad essa correlati (es. erezione nell’uomo o lubrificazione nella donna). Chiariamo subito come detto prima che ciò che noi immaginiamo non sempre fa parte di ciò che desidereremmo mettere realmente in pratica nella nostra sessualità: è qui che si ritrova la differenza tra ciò che appartiene alla sfera del desiderio e ciò che appartiene alla sfera della fantasia ed è a questo livello che normalmente le persone tendono a fare maggiormente confusione, facilitando l’insorgere di enormi sensi di colpa. La sfera del desiderio è costituita da ciò che io vorrei agire realmente nella mia vita sessuale. Spesso ciò che desidero, fa parte anche delle mie fantasie, costituendo un pensiero di per sè eccitante e sessualmente attivante.

Ma sono diverse le fantasie sessuali femminili e quelle maschili? In uno studio pubblicato sul Journal of Sexual Medicine si afferma che una percentuale significativa di donne (dal 30% al 60%) evoca temi connessi con la sottomissione (ad esempio, essere legate, sculacciate, costrette ad avere rapporti sessuali). Nelle donne, inoltre, a differenza che negli uomini, si è riscontrata una netta differenza tra fantasia e desiderio; cioè molte donne che esprimono fantasie estreme di sottomissione (ad esempio essere sopraffatte da uno sconosciuto) non desiderano assolutamente che queste fantasie si avverino.
Alla maggior parte degli uomini, invece, piacerebbe che le fantasie si trasformassero in realtà (ad esempio il sesso a tre). Come atteso poi, la presenza di un altro significativo è considerevolmente più forte nelle fantasie femminili che nelle fantasie maschili. In generale, infatti gli uomini, anche se in coppia, fantasticano molto di più su relazioni extraconiugali rispetto alle donne.


Uno dei risultati più interessanti ha a che fare con il numero significativo di fantasie sessuali presenti solo negli uomini, per esempio, fare sesso con un transessuale, il sesso anale eterosessuale, e il guardare la propria partner fare sesso con un altro uomo.
Ma perchè spesso si sperimenta senso di colpa quando si ha una fantasia sessuale? Il senso di colpa è maggiore se il soggetto della fantasia non è costituito dal proprio partner, ma questo è più presente in noi donne. Ma non c’è nulla di più errato di questa credenza: la ricerca ha infatti dimostrato che più tempo dura una relazione, più è facile che le persone, soprattutto le donne, abbiano fantasie divergenti, cioè su partner diversi dal proprio. Dopo circa due anni di vita di coppia è normale sostituire nelle proprie fantasie il proprio fidanzato col vicino di casa, lo sconosciuto. Lo stesso vale per gli uomini. Questo accade per motivi fisiologici, ovvero per far sì che la coppia possa restare unita, sebbene sia stata superata la fase di innamoramento e passione dell’inizio: cambiare partner nelle nostre fantasie non equivale ad un tradimento, perchè non costituisce qualcosa che desidereremmo realmente fare. La fantasia sessuale consente di coltivare una sorta di “giardino segreto” dove possiamo immaginare di fare o essere quello che vogliamo, mantenendo sempre accesa la fiamma del desiderio. Quindi coltivare questo giardino può essere d’aiuto, per ritrovare o aumentare l’eccitazione quando c’è un calo del desiderio. Nel caso si voglia condividere il proprio immaginario erotico col partner è bene spiegargli però se quel che gli stiamo raccontando fa parte della sfera della fantasia, e serve dunque per giocare a fantasticare insieme, o se fa parte della sfera del desiderio, ed è quindi qualcosa che vorremmo sperimentare con lui realmente.