Ma
quando il gioco prevalentemente solitario può diventare un problema?
Partiamo
dal presupposto che il gioco ha
un ruolo fondamentale nel nostro sviluppo perchè permette a ciascuno
di noi, in un contesto sempre protetto, di sperimentare e di
rafforzare le competenze cognitive, fisiche e sociali. Prima dei tre
anni i piccoli sono spesso impegnati a giocare da soli e
a richiedere poi loro la presenza di un adulto o di un altro pari nel
gioco che sta svolgendo. Questo porta spesso
l'adulto a non comprendere l'importanza di questo passaggio e fa di
tutto per coinvolgerlo in un'attività di gruppo. Ma il gioco in
solitaria offre ai bambini uno spazio di crescita poiché è prima di
tutto un'attività educativa, attraverso
la quale l'adulto riesce a interagire e a introdurre nella
quotidianità del bambino delle regole e delle nozioni che poi
saranno utili. Quindi è l'
adulto che ocn il suo esempio insegna al bambino le “regole” del
gioco e
il
piacere che se ne deriva, costruendo una sorta di palestra dove può
sperimentarsi. Il gioco nasce quindi con il bambino presente in una
posizione di passività, egli è spettatore di quello che succede
intorno a lui, ma nel corso del tempo man mano le parti in gioco si
invertono e l'adulto come dicevamo poc'anzi viene spesso richiesto
dal piccolo e solo magari per assistere alle sue attività per trarne
così piacere. È da questo momento in poi che il bambino diventa il
vero protagonista del gioco e la prima fase è caratterizzata dalla
riproduzione dei giochi dell'adulto in forma assolutamente solitaria.
Ma
è davvero così utile far giocare i nostri bambini da soli? Imparano
qualcosa?. Il gioco solitario è un momento fondamentale che consente
al piccolo di sviluppare la consapevolezza del Sè e dell'ambiente.
In questo momento si rende consapevole di tutte quelle componenti
sociali che poi gli permetteranno poi di interagire bene con gli
altri. Questa esplorazione gli permette di “esercitare” quelle
capacità che poi lo porteranno all'apprendimento della stazione
eretta, a camminare e a parlare poi in modo corretto.
Nel
gioco solitario vengono ricreate infatti man mano che il bambino
cresce tutte le dinamiche della vita (anche grazie all'uso dei
pupazzi che diventano attori in una recita) e il bambino fingendo
impara a gestirle ed affrontarle. A livello cognitivo i bambini
imparano così anche a pensare mentre sono impegnati a giocare da
soli. Poiché si dettano i loro tempi di riflessione e azione, anche
quando ci sembrano fermi e annoiati nel bambino sta avvenendo un
piccolo processo di crescita che lo porta via via anche a creare da
zero giochi che a loro piacciono, usando magari i materiali in modo
alternativo.
Spesso
notiamo che le loro attività sono accompagnate da un soliloquio che
non è rivolto a nessun ascoltatore e che a noi sembra a volte
incomprensibile, attraverso il quale il bambino si autodescrive le
proprie attività e ragiona ad alta voce sul significato delle
proprie azioni, come farà poi silenziosamente attraverso il
pensiero.
Gli
effetti benefici che il gioco ha sui bambini si manifesta anche nella
loro personalità. La capacità di concentrarsi migliora, aumenta
l’interesse per i giochi e la capacità di risolvere piccoli
problemi utilizzando le proprie risorse personali. Proprio per queste
ragioni è così essenziale comprendere l’importanza
del gioco libero
e
solitario per il corretto sviluppo del bambino. Il gioco libero
consiste nel poter giocare con il proprio corpo o con i giocattoli
che gli stanno intorno, manipolare oggetti, spostarsi e muoversi
lasciandosi guidare dal proprio istinto e dalla propria curiosità
innata. Senza regole, senza limiti e senza alcuna rigidità.
Il
gioco solitario quindi non deve spaventare i genitori, proprio perché
il bambino sta cercando di conoscere e costruire se stesso,
soprattutto nei primi anni di vita.
Il “giocare solo” può
però prolungarsi anche durante la scuola d’infanzia o la scuola
primaria: se ciò avviene in modo persistente e continuo è bene
capire assieme alle insegnanti perché il bambino sceglie questo tipo
di gioco.
È
importante trovare sempre uno spazio e un tempo per giocare con il
bambino,
nei prossimi giorni vedremo come supportare il nostro bambino dalla
scuola d'infanzia in poi a imparare a giocare anche con gli altri
bambini.