martedì 26 febbraio 2019

Il gioco, sostantivo singolare! Quando il bambino ama giocare solo


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A volte mi trovo davanti a mamme preoccupatissime che mi dicono:-mio figlio non gioca con gli altri bambini! Sono veramente preoccupata perchè mio figlio così non socializza con gli altri bambini!-

Ma quando il gioco prevalentemente solitario può diventare un problema?

Partiamo dal presupposto che il gioco ha un ruolo fondamentale nel nostro sviluppo perchè permette a ciascuno di noi, in un contesto sempre protetto, di sperimentare e di rafforzare le competenze cognitive, fisiche e sociali. Prima dei tre anni i piccoli sono spesso impegnati a giocare da soli e a richiedere poi loro la presenza di un adulto o di un altro pari nel gioco che sta svolgendo. Questo porta spesso l'adulto a non comprendere l'importanza di questo passaggio e fa di tutto per coinvolgerlo in un'attività di gruppo. Ma il gioco in solitaria offre ai bambini uno spazio di crescita poiché è prima di tutto un'attività educativa, attraverso la quale l'adulto riesce a interagire e a introdurre nella quotidianità del bambino delle regole e delle nozioni che poi saranno utili. Quindi è l' adulto che ocn il suo esempio insegna al bambino le “regole” del gioco e il piacere che se ne deriva, costruendo una sorta di palestra dove può sperimentarsi. Il gioco nasce quindi con il bambino presente in una posizione di passività, egli è spettatore di quello che succede intorno a lui, ma nel corso del tempo man mano le parti in gioco si invertono e l'adulto come dicevamo poc'anzi viene spesso richiesto dal piccolo e solo magari per assistere alle sue attività per trarne così piacere. È da questo momento in poi che il bambino diventa il vero protagonista del gioco e la prima fase è caratterizzata dalla riproduzione dei giochi dell'adulto in forma assolutamente solitaria.

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Ma è davvero così utile far giocare i nostri bambini da soli? Imparano qualcosa?. Il gioco solitario è un momento fondamentale che consente al piccolo di sviluppare la consapevolezza del Sè e dell'ambiente. In questo momento si rende consapevole di tutte quelle componenti sociali che poi gli permetteranno poi di interagire bene con gli altri. Questa esplorazione gli permette di “esercitare” quelle capacità che poi lo porteranno all'apprendimento della stazione eretta, a camminare e a parlare poi in modo corretto.
Nel gioco solitario vengono ricreate infatti man mano che il bambino cresce tutte le dinamiche della vita (anche grazie all'uso dei pupazzi che diventano attori in una recita) e il bambino fingendo impara a gestirle ed affrontarle. A livello cognitivo i bambini imparano così anche a pensare mentre sono impegnati a giocare da soli. Poiché si dettano i loro tempi di riflessione e azione, anche quando ci sembrano fermi e annoiati nel bambino sta avvenendo un piccolo processo di crescita che lo porta via via anche a creare da zero giochi che a loro piacciono, usando magari i materiali in modo alternativo.
Spesso notiamo che le loro attività sono accompagnate da un soliloquio che non è rivolto a nessun ascoltatore e che a noi sembra a volte incomprensibile, attraverso il quale il bambino si autodescrive le proprie attività e ragiona ad alta voce sul significato delle proprie azioni, come farà poi silenziosamente attraverso il pensiero.
Gli effetti benefici che il gioco ha sui bambini si manifesta anche nella loro personalità. La capacità di concentrarsi migliora, aumenta l’interesse per i giochi e la capacità di risolvere piccoli problemi utilizzando le proprie risorse personali. Proprio per queste ragioni è così essenziale comprendere l’importanza del gioco libero e solitario per il corretto sviluppo del bambino. Il gioco libero consiste nel poter giocare con il proprio corpo o con i giocattoli che gli stanno intorno, manipolare oggetti, spostarsi e muoversi lasciandosi guidare dal proprio istinto e dalla propria curiosità innata. Senza regole, senza limiti e senza alcuna rigidità.

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Il gioco solitario quindi non deve spaventare i genitori, proprio perché il bambino sta cercando di conoscere e costruire se stesso, soprattutto nei primi anni di vita.
Il “giocare solo” può però prolungarsi anche durante la scuola d’infanzia o la scuola primaria: se ciò avviene in modo persistente e continuo è bene capire assieme alle insegnanti perché il bambino sceglie questo tipo di gioco.
È importante trovare sempre uno spazio e un tempo per giocare con il bambino, nei prossimi giorni vedremo come supportare il nostro bambino dalla scuola d'infanzia in poi a imparare a giocare anche con gli altri bambini.