Ci
troviamo in un momento insolito della vita, in
cui il rallentamento collettivo delle nostre consuete attività
comporta un cambiamento netto rispetto alla “vita normale”.
Questo sia a livello individuale che familiare. In veste di psicologa
clinica in questi giorni mi
sono fermata a riflettere su due aspetti fondamentali legati
a questo momento specifico, in cui la nostra Italia è diventata per intero zona protetta. Una mia prima
riflessione si concentra su come affrontare in questo momento la vita
in casa dei e con i bambini.
Da
psicologa ritengo che se hai un bambino molto piccolo sia sempre
molto importante tenerlo lontani da schermi e notizie poichè
cognitivamente non è in grado di capire, ma è sicuramente abile nel
cogliere il tono emotivo e le espressioni facciali e con esse la
nostra ansia e preoccupazione. Questo perchè dobbiamo comprendere
che un bambino di questa età difficilmente riesce ad elaborare
queste emozioni.
In
teoria, personalmente penso che anche i bambini in età prescolare dovrebbero essere protetti
da notiziari e telegiornali, ma se il tuo bambino potrebbe aver
sentito qualche informazione in merito e magari può porti delle
domande. In questo caso cercate di rispondere dando una spiegazione
che possa essere per lui assolutamente semplice e comprensibile, rassicurandolo sul
fatto che siamo al sicuro e che dobbiamo seguire alcune piccole
regole per poter mantenere questa situazione di positività in casa.
Se, invece, avete un bambino in età da scuola elementare sicuramente
potete affrontare l’argomento, ricordandovi però di adattare
sempre le vostre spiegazioni alla sue capacità di comprensione.
Tenete a mente che i bambini di questa età spesso fanno ragionamenti
sofisticati e potrebbero sembrarvi più esperti di quel che potrebbe
essere ma in realtà possono avere degli incubi o diventare molto
ansiosi. Tendete comunque a proteggerli da telegiornali che
potrebbero mandarli in ansia anche senza la vostra piena percezione
della cosa.
Un
aspetto da considerare con i bambini di tutte le età è di calmarsi
prima di parlare con loro per non trasmettere, anche
inconsapevolmente, ansie e paure. Cercate di parlare con onestà,
senza avere il timore di ammettere che non sapete tutte le risposte.
La
seconda riflessione si sposta sul significato più generale di questo
rallentamento forzato dalle nostre abitudini quotidiane; sulla
scoperta di cosa è realmente importante. Parlando praticamente delle
giornate che ci aspettano potranno sembrarci stancanti se si hanno
dei bimbi da intrattenere. Il mio consiglio è di alternare momenti
di gioco indipendente a momenti di gioco insieme. La capacità di
giocare in maniera indipendente è una competenza fondamentale per i
bambini.
Ora pensiamo a noi adulti, siamo in zona protetta e di fronte ad una possibile pandemia, per un
attimo siamo tutti costretti a fermarci, cercando di capire anche quali sono le
nostre priorità e chi sono le persone che per noi sono importanti.
In un certo senso è un’ottima occasione per fermarsi e fare il
punto della situazione. Su cosa conta e cosa no. Sulle questioni a
cui abbiamo attribuito importanza e quelle a cui abbiamo dedicato
troppe poche o troppe energie.
Il
suggerimento che vi lascio in questi giorni in cui siamo costretti a
interrompere le nostre abitudini consolidate, le nostre routine, è di provare a
riflettere e immaginarsi alternative possibili per esserci davvero
con noi, i nostri cari e i nostri bambini. Sarebbe bello che ognuno
di noi provasse per qualche giorno a percepire che effetto fa sulla
nostra esistenza e sulla nostra “salute” psicofisica un ritmo più lento e tranquillo. Provare a sentire
con tutti i nostri sensi e con il cuore, fermarsi ad ascoltare la
sensazione che ci dà il circondarci di persone sicuramente meno stressate e meno
indaffarate in cose che dovrebbero essere solamente il corollario
della vera esistenza. E soprattutto provare a capire che cosa rende
la nostra esistenza degna di essere vissuta.