venerdì 9 ottobre 2015

Tutte lo vogliono, ma … quando l’orgasmo non arriva



La sessualità è parte fondamentale ed integrante dell’essere umano; amore, affetto e intimità giocano un ruolo essenziale nelle relazioni sane che ci accompagnano dall'infanzia fino alla vecchiaia. Si sente spesso parlare dell’importanza della salute fisica, mentale e spirituale dell’individuo ma, troppo poco della necessità di raggiungere una buona salute sessuale.
In un universo così complesso e sfaccettato come quello rappresentato della sessualità femminile di conseguenza la sfera psicologica ha un’importanza fondamentale. 
Oggi voglio parlarvi dell’anorgasmia, ovvero, quando non si riesce a raggiungere l'orgasmo in seguito a stimolazione. Pare che 1 donna su 5 non riesca a raggiungere l'orgasmo e le motivazioni possono essere varie e differenti. Quest’incapacità di raggiungere un orgasmo o di provare piacere viene vissuta con ansia e imbarazzo, la donna può non sentirsi all’altezza del proprio partner o viceversa questo disagio genera nel compagno uno stato di ansia e di inadeguatezza per l’incapacità di portare la propria compagna all’orgasmo. Tutto questo non fa altro che aggravare la situazione rendendo frustrante un rapporto che per natura dovrebbe essere caratterizzato da sfumature di piacere e complicità..
E’ importante distinguere se si tratta di anorgasmia primaria (il disturbo è sempre stato presente, fin dall'inizio della vita sessuale della persona), o di un’anorgasmia secondaria (il disturbo sopravviene in un secondo tempo, dopo un periodo di attività sessuale normale). Ancora, l'anorgasmia è generalizzata se è presente sempre e situazionale se lo è solo in certe occasioni. Ma l’anorgasmia è innanzitutto un problema di contatto con il proprio corpo, con la propria immagine corporea, con il ruolo che si pensa di avere nella vita di tutti i giorni. Le altre cause che possiamo riscontrare nell’anorgasmia sono le seguenti:
• Ansia da prestazione, ovvero quell'ansia anticipatoria che danneggia o compromette l'intimità.
• Blocchi psicologici provocati dall'essere stati vittime di violenze sessuali, magari rimosse a livello inconscio.
• Educazione rigida e sessuofobica.
• L'assenza di stimolazione clitoridea. Molte volte noi donne proviamo imbarazzo e vergogna a manifestare questa esigenza e desiderio, come se nei preliminari e nel rapporto rappresentasse un qualcosa di superfluo.
• Una coppia inadeguata: molte volte l'anorgasmia, viene detta "anorgasmia situazionale", si manifesta cioè con alcuni partner e non con altri.
• Una disfunzionalità del pavimento pelvico: una buona funzionalità della muscolatura del pavimento pelvico contribuisca alla fase eccitatoria di plateau e, conseguentemente, al raggiungimento dell'orgasmo femminile, quindi la salute ginecologica della donna diventa fondamentale per una salute sessuale.
• Cause iatrogene derivate dall'assunzione di sostanze psicotrope ed antidepressive. Droghe, ormoni e farmaci sono tutte sostanze che possono avere un effetto inibitorio sull'orgasmo.
• Un "eccessivo autocontrollo": in questo caso più predisposte a soffrirne sarebbero quelle persone eccessivamente rigide con se stesse, che difficilmente si lasciano andare dal punto di vista emotivo.
Ma se ci rendiamo conto che soffriamo di anorgasmia come possiamo agire per risolvere il tutto?
Chiaramente la cura dell'anorgasmia dipende dalla causa che ha originato il problema. In primo luogo è importante parlare del problema e non vergognarsi. L'aiuto del partner può essere in questi casi necessario perché proprio nella complicità di coppia risiede il segreto di una vita sessuale appagante. E' importante imparare a lasciarsi andare, fare l'amore quando si ha effettivamente il desiderio, e usare tutti i trucchi (sex toys inclusi) per aumentare e amplificare le sensazioni fisiche. Ad esempio può essere eccitante fare l'amore bendati, praticare massaggi l'un l'altra che aumentino lo stimolo erotico, permetter al partner di toccare tutto il corpo per scoprire le zone più erogene
Nello stesso tempo è utile rivolgersi ad uno psicologo che a seconda della severità del disturbo aiuterà la donna e la coppia con una terapia mirata a fornire elementi di educazione emozionale e sessuale. In quest'ultimo caso, il programma di trattamento di solito è composto da tre fasi:
• La prima è di esposizione graduale e prevede che il paziente impari progressivamente a conoscere il proprio corpo e le sensazioni che si provano. 
• La seconda fase è rappresentata da un percorso verso l'intimità, che esplori le resistenze psicologiche della paziente e le dinamiche di coppia che hanno contribuito all'insorgenza e soprattutto al mantenimento del disturbo clinico. 
• La fase conclusiva consiste invece in specifici esercizi finalizzati ad aumentare il tono della muscolatura vaginale, implementando l'intimità e la confidenza tra i partners. 
Il primo obiettivo del percorso da attuare è quello di imparare le sensazioni premonitorie connesse all'orgasmo, imparando a non rinnegarle e censurarle.
Questo perché la sessualità è una sfera talmente piacevole e di tale complicità che vale la pena viverla in modo spensierato e sublime.

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