venerdì 19 agosto 2016

il cybersesso...cos'è?

Il sesso e la sessualità sono tra gli aspetti della vita quotidiana che, a seguito della diffusione di Internet, stanno subendo i cambiamenti più radicali. Il sesso è l’ambito più frequentemente ricercato in rete e il cybersesso una delle attività più comuni. La maggior parte degli internauti lo utilizza a scopo ricreativo, ma per una porzione significativa di essi, sembra essere l’espressione di un disturbo da dipendenza sessuale, che attraverso Internet trova un nuovo sfogo e una rapida progressione – spesso con la conseguente alterazione dei pattern di eccitazione. Una serie di ricerche stima che da 80.000 a 100.000 persone praticano oggi, in Italia, attività sessuali tecnomediate – sesso online, cybersesso, sesso virtuale, come modalità esclusiva di esperienza sessuale.
Il sesso tramite la rete è largamente e immediatamente accessibile, economico – se non gratuito, disponibile nella privacy della propria casa, consumato nell’anonimato e senza il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. L’interattività contribuisce a creare un’apparente relazione, a fantasticare su un oggetto erotico, un partner virtuale, sia che questo si trovi in chat, sia che si tratti di un/a giovane davanti a una webcam, sia che si tratti, ancora, di un vero e proprio sito a luci rosse che consente di sentirsi, comunque, non del tutto passivi rispetto all’esperienza.
Nonostante la maggior parte dei dipendenti cybersessuali dichiari di non avere gravi danni nella propria vita, le conseguenze negative dei comportamenti sessuali online vissuti in maniera dipendente si ritrovano, solitamente, all’interno della relazione di coppia e/o con i figli: il tempo reale speso in attività sessuali con il partner è, infatti, normalmente diminuito; il desiderio sessuale verso il partner talvolta esaurito; e, in generale, un’enorme quantità di tempo viene sottratta ad ambiti precedentemente considerati importanti quali lavoro, partner e famiglia.
Secondo dati emersi di recente, questa dipendenza riguarda in Italia prevalentemente i maschi eterosessuali, dai 33 ai 55 anni, sposati nel 60% dei casi e separati nel 13%, capaci di passare da 11 a 35 ore settimanali davanti al computer, spesso in orario lavorativo. Per capire come si è arrivati alla diffusione di questo fenomeno bisogna ripercorrere, brevemente, come l’incremento esponenziale dell’uso di internet abbia modificato la pornografia e la prostituzione.  Il settore hard, da evento pubblico nei cinema a luci rosse, è diventato gradualmente un fenomeno privato con l’avvento del vhs, del dvd e infine di internet.
In Italia ci sono 35.000 siti pornografici per adulti; il 72% dei “porn users” è uomo ed il 28% donne.


Siti come youporn rappresentano l’evoluzione della filosofia dei pornoconsumatori, che  producono e condividono gratuitamente le proprie prestazioni sessuali.
L’anonimato del web consente di osare, mostrandosi come più prestanti e più sicuri di ciò che si è; l’uso seduttivo e narcisistico del corpo porta a una facile soddisfazione dell’autostima, all’esercizio di una libertà e di un controllo maggiore di quello che è possibile esercitare nella vita reale;  il piacere, vissuto in modo così dissociato e onnipotente, esime da qualsiasi conseguenza sul piano sociale e relazionale.
Ma quali sono i sintomi di una persona dipendente da sesso virtuale?
·             Navigazione prolungata alla ricerca di materiale pornografico o contatti sessuali;
·             Aspettative di gratificazione sessuale legate alle connessioni successive;
·             Masturbazione compulsiva prolungata di fronte alle immagini erotiche;
·             Eiaculazione finale (uomini) / orgasmo (donne) vissuto come scarica liberatoria. Spesso è l’unica possibilità per interrompere la connessione;
·             Senso di vergogna e senso di colpa;
·             Calo del desiderio sessuale verso il partner, calo del desiderio per il sesso reale;
·             Disfunzione erettile
·             La componente emotivo-affettiva della sessualità si riduce, o viene eliminata;
·             Ansia, nervosismo, agitazione, sbalzi d’umore quando non si riesce ad accedere ad internet per scopi sessuali;
·             Tentativi fallimentari di controllare, limitare e sospendere l’utilizzo della pornografica  o del sesso virtuale;
·             Continuare con il consumo di materiale pornografico e sesso virtuale, nonostante le serie conseguenze a livello familiare, sociale, lavorativo ed economico.


Spesso si tendono a sottovalutare le dipendenze virtuali, che invece creano effetti disastrosi sul sistema psichico e nella vita sociale della persona dipendente. Attraverso un percorso di tipo terapeutico è possibile scardinare i meccanismi compulsivi che stanno alla base dei comportamenti di dipendenza, per riappropriarsi della propria vita sociale e relazionale e liberarsi dalla dipendenza.

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