giovedì 1 marzo 2018

Quando si ama troppo: la dipendenza affettiva



Robin Norwood, psicoterapeuta americana specializzata in terapia della famiglia, apre il suo libro “Donne che amano troppo“ con la seguente frase:“Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo“. 

Quando il “troppo amore” è presente nella nostra relazione di coppia allora parliamo di dipendenza affettiva! 

Dopotutto di storie di amore straziante ne son pieni libri, film, trasmissioni tv e fiction che ci rendono sempre più familiare l’idea che il piangere per amore sia assolutamente parte integrante e necessaria affinché la nostra relazione di coppia sia assolutamente quella perfetta. A tutto questo viene a sommarsi la nostra opinione che una lite, un momentaneo abbandono, o addirittura il tradimento siano li dietro l’angolo solo per confermarci che vivere una relazione d’amore perfetta senza metter in conto un minimo di sofferenza è difficile. 

Ora fermiamoci un attimo prima di continuare a parlare di dipendenza affettiva e facciamo subito un po’ di chiarezza su cosa effettivamente è. Allora ognuno di noi almeno una volta nella vita sperimenta quelle che comunemente chiamiamo “pene d’amore” dovute ad una normale dipendenza all’interno di una buona relazione affettiva e amorosa. La dipendenza affettiva fa si che ci si annulli all’interno della relazione mettendo sempre e comunque davanti a tutto i bisogni del partner annullando i propri. 

La persona dipendente non è in grado di prendere delle decisioni da sola, ha un comportamento sottomesso verso gli altri, ha sempre bisogno di rassicurazioni e non è in grado di funzionare bene senza qualcun altro che si prenda cura di lei” (Gabbard, 1995). 

Ma vediamola da vicino cosa è questa dipendenza affettiva. 
Una prima caratteristica della dipendenza affettiva è la difficoltà a riconoscere i propri bisogni e la tendenza a anteporre i bisogni dell’altro sempre e comunque. Quindi non si è in grado di prendere decisioni da soli e si ha sempre bisogno di rassicurazioni. 

Cercano persone che si prendano cura di loro e pur di compiacere l’altro ed evitare il conflitto viene evitata quasi ogni sorta di controversia. Il conflitto è temuto ed evitato per paura di perdere l’altro. Non si arrabbiano adeguatamente con le persone da cui necessitano supporto e accudimento per timore di allontanarle. 

Chi ha una dipendenza affettiva il partner assume il ruolo di un salvatore, diventa lo scopo della propria esistenza, la sua assenza anche solo temporanea provoca un profondo senso di angoscia. 

Le persone dipendenti hanno un’idea di sé pervasa dalla paura di essere sbagliate, inadeguate, incompetenti; ciò le rende insicure e con una bassa valutazione del proprio valore e della propria efficacia. Sono portate a scegliersi partner con caratteri forti, che assumono nei loro confronti comportamenti di controllo e di dominio e la loro paura di essere costantemente inadeguate non fa che rinforzare la dipendenza dall’altro. 

Possiamo definire la dipendenza affettiva come una forma patologica di amore, caratterizzata da una costante assenza di reciprocità all’interno della relazione di coppia. La continua ricerca d’amore ha tutte le caratteristiche della dipendenza da sostanze, tanto da condividerne alcuni aspetti fondamentali: 

· l’ebbrezza: la sensazione di piacere, che il dipendente prova quando è con il partner, gli è indispensabile per stare bene e non riesce ad ottenerla in altri modi; 

· la tolleranza: il dipendente ricerca quantità di tempo sempre maggiori da dedicare al partner, riducendo sempre di più la propria autonomia e le relazioni con gli altri; 

· l’astinenza: l’assenza del partner (anche solo per lavoro ad esempio) getta il dipendente in uno stato di allarme. Talvolta il bisogno della presenza fisica dell’altro è talmente forte che il dipendente sente di esistere solo quando il partner gli è vicino. Il partner infatti è visto come l’unica fonte di gratificazione, le attività quotidiane sono trascurate e l’unica cosa importante è il tempo che si trascorre insieme. 

La guarigione dalla dipendenza affettiva non consiste nel distacco dalla persona o dalle persone da cui si era dipendenti, ma nell’acquisizione di un’autonomia affettiva; questo è ciò che permette di entrare consapevolmente e realmente in relazione con gli altri, perché li vogliamo, perché li scegliamo, non perché abbiamo bisogno di loro per esistere. 

Uno degli obiettivi del lavoro di terapia psicologica quindi è quello di aiutare la persona a svincolarsi dall’altro e trovare una propria autonomia che permette di poter effettuare delle scelte affettive libere e aperte alla reciprocità. 

È importante quindi aiutarle ad agire indipendentemente dagli altri e tuttavia essere in grado di sviluppare relazioni intime e ravvicinate; a separarsi e differenziarsi gradualmente per accrescere la sicurezza in sé stesse. 



Dobbiamo imparare ciò che è amore e ciò che è dipendenza, e modellare in modo più autentico la nostra vita amorosa. Perché uscire dalla dipendenza dall’amore? La ragione più grande è che essa limita e stordisce la nostra crescita come esseri umani e spirituali.
(Brenda Schaeffer)


Nessun commento:

Posta un commento